Per chiudere
questo anno
ci volevi tu.
È stato un tribolare
che ti ha portata
ad oggi,
all’ultimo saluto
di questo triste anno.
di te ricorderó
la tua emozione,
che non nascondevi,
quando ti chiamavo zia.
Mi ricordo ancora,
un pomeriggio
ai baracconi della Foce,
quando fidanzati
portavate due nipoti
giocando ad occuparvi
di figli vostri.
Ricordo anche quando,
chiusi in una celletta
in Santa Maria di Castello,
attendevamo
il tuo arrivo di sposa.
Ed ora mi rimangono
qualche foto,
molti pensieri
e tanti ricordi.
Grazie
e buon viaggio,
Zia.
Un anno fa
eri solo un nome,
senza un volto
e poco più.
Oggi
sei molto di più:
il tuo nome,
per me, vale tutto,
il tuo volto
fa sorridere il mio,
sei la coscienza
che mi mancava,
sei il sogno
che risveglia la vita,
che la riempie di significato,
e sei la donna
che rispetto.
Di più non potevo sperare
per questo anno
così diverso
dalle aspettative!
L’amicizia tra noi
è un qualcosa molto complesso
e assai pericoloso.
Sempre a rischio
di essere troppo dolce
o troppo violenta,
di essere troppo piacevole
o troppo dolorosa,
perchè c’è sintonia,
complicità
e sentimento.
Perchè l’esserti amico
è il minimo
che potrei accettare
mentre per te
è il massimo
che mi puoi offrire.
Ed io l’accetto,
ma solo perchè sei tu.
Sul quando, vorrei fosse presto,
sul perchè, vorrei fosse giusto,
sul come, vorrei fosse bello,
e sul dove, io vorrei fosse lì,
dove le nostre vite
si incrociano.
C’è stato un momento
in cui tu cercavi un sogno,
e lo hai fatto
scavando nei miei pensieri,
chiedendomi di approfondirli.
Non so quanto ti sia servito,
a me si.
È stato così,
che semi pronti a germogliare
sono stati messi
nella condizione
di risvegliare
i sogni,
i miei sogni.
Ora io ho un sogno,
bello e grande,
importante e profondo
come te.
Ma, mi rendo conto,
è solo mio
perchè non so
se sia mai stato
anche tuo.