Vorrei che tu
non avessi paura
di appesantirmi
con i tuoi problemi.
Il peso che porti
da sola,
se condiviso,
si dimezza.
Tu prova
a darmene una parte,
tutto non si puó,
a me non peserà
e nel farlo
ci faremo compagnia.
Ció che voglio dirti
è tutto nel proverbio:
“mal comune, mezzo gaudio!”.
Non sono io a darti
più spazio:
lo spazio è tuo.
Non sono io che ti concedo
più tempo:
il tempo è tuo.
Non sono io a fare
più sogni:
i miei sogni sono tuoi.
Non sono io a lasciarti
più ossigeno:
l’aria è tua.
Quello che io faccio
è rispettare
ció che è tuo.
I giorni passano
e il tempo scorre.
Lo spazio si riempie
e si svuota.
I pensieri vanno
e vengono.
I miei sogni,
quelli di cui tu sei parte,
cambiano di continuo
perchè sono vivi.
Ti ho detto
che avrei sistemato
il mio presepe
molto minimal.
Gli ho aggiunta
una stella cometa
di cartone
colorata con i pennarelli.
E lui, il presepe,
mi è subito
sembrato completo.
E così è per il mio Natale
reso luminoso
dalla tua esistenza.
Se avessi voluto
una vita normale
non avrei aspettato
di incontrare te.
Avrei potuto accontentarmi,
fare buon viso a cattivo gioco,
chiudere gli occhi
e farmela andare bene.
Ma il vero bene
non è una vita normale:
è vivere la propria vita.
Ed io vivo veramente
da quando ti ho incontrata,
da quando tu mi sfidi ad essere migliore,
da quando io riesco ad esserlo per te!
Questa è la normalità
che ho atteso.
Questa è vita,
con te!