Se ci stai dentro, non sai cosa c’è fuori.
Se stai fuori, non ti senti al sicuro come dentro.
Ci ho messo un pò
a capire
che quelle provocazioni
erano ben altro e molto di più:
erano stimoli.
Lo stimolo è un dono,
è un incoraggiamento
a fare meglio,
è un atto cosciente e volontario:
è molto più di una semplice provocazione.
Poi lo stimolo
innesca il desiderio
che si traduce
nella sensazione
che tu sia sempre con me.
E quando sei con me,
anche solo nei desideri,
io continuo
a ricevere l’effetto benefico
dei tuoi stimoli.
Ho nascosto l’ora,
l’ho fatto per andare avanti,
per essere sereno.
L’ho fatto per dare il giusto valore
ai tuoi segnali,
per non giudicarli
e per liberarli
dal peso delle mie aspettative.
Tu devi essere libera
di comunicare
quando puoi,
se ne hai bisogno
e se ti fa piacere.
Ogni volta che vuoi.
Ed io ci sarò.
Al mio sogno
chiedo
di rendermi forte,
di darmi equilibrio,
di concedermi una speranza
e di donarmi un sorriso per te.
Al mio sogno
offro
la fatica di cambiare,
ogni lacrima inespressa,
tutti i minuti che non perderò,
la rinuncia ai pensieri inutili
ed il coraggio di fidarmi.
E, se non bastasse,
glielo chiederò ancora
ed ancora gli offrirò
il mio impegno,
finchè, io e te,
non ci incontreremo
nel sogno
in quel suo istante
che lo trasforma
in realtà.
Per chiudere
questo anno
ci volevi tu.
È stato un tribolare
che ti ha portata
ad oggi,
all’ultimo saluto
di questo triste anno.
di te ricorderó
la tua emozione,
che non nascondevi,
quando ti chiamavo zia.
Mi ricordo ancora,
un pomeriggio
ai baracconi della Foce,
quando fidanzati
portavate due nipoti
giocando ad occuparvi
di figli vostri.
Ricordo anche quando,
chiusi in una celletta
in Santa Maria di Castello,
attendevamo
il tuo arrivo di sposa.
Ed ora mi rimangono
qualche foto,
molti pensieri
e tanti ricordi.
Grazie
e buon viaggio,
Zia.